Veil Of Deception - Tearing Up The Roots

TITOLO: Tearing Up The Roots

ARTISTA: 
Veil Of Deception

GENERE: Stoner Metal

ANNO:2016 

PAESE: 
Austria

ETICHETTA: Sliptrick Records




I Veil Of Deception presentano il loro secondo Full Length: Tearing Up The Roots.
L’impatto che si ha osservando l’Artwork è davvero sorprendente grazie a un’ottima composizione di elementi che richiamano un certo esoterismo e che si circondano di una misteriosa e oscura bellezza. La scelta del posizionamento degli elementi è accurata e trasmette fascino e curiosità; ottimo anche il gioco di luci e ombre che risaltano la decadenza mistica di alcune rose le quali danno l’impressione di un rito in svolgimento.
Un’atmosfera che non decade durante l’ascolto, fin dai primi istanti della traccia di apertura, DreamWithin A Nightmare, le armonie in arpeggio fanno da Red Carpet a dei riff di notevole impatto,  accompagnati da una pressante doppia cassa che dona il giusto tiro mentre nel frattempo l’arpeggio continua invariato, sottolineando un elemento Doom davvero poco trascurabile.
A una prima impressione è difficile catalogare questo disco tuttavia, gli elementi e le dinamiche richiamano fortemente lo Stoner il quale fa uso di elementi ripresi direttamente dal Groove Metal.
L’ascolto di conseguenza inizia con i migliori auspici, pensiero rinforzato dalla notevole qualità di produzione generale supportata da un ottimo livello tecnico.
Già nella prima metà del disco si evince una grande preparazione della band che trasmette le proprie emozioni con un gentile pugno di ferro che sa perfettamente quando colpire impietoso e quando rivolgere delle delicate note carezzevoli.
Il tiro è davvero ben gestito e si fa valere quasi in ogni traccia, c’è un lavoro che non lascia decisamente a bocca asciutta in quanto ad aggressività ed emozione.
L’andamento generale è abbastanza lineare con brevi interruzioni di Ballad e linee di basso tipiche dello Stoner.
Se si cerca l’ecletticismo nello Stoner, Groove e Thrash Tearing Up The Roots è certamente un valido esponente di tutti e tre questi generi, grazie a una composizione che non lascia nulla al caso, ogni sezione è perfettamente studiata e guida l’ascoltatore fino alla successiva in una contrapposizione fra Pathos e Logos davvero di buon gusto e meritevole di ogni lode possibile; tutto ciò è stato possibile solo grazie all’enorme preparazione dimostrata da tutti i componenti delle band che si attesta certamente a livelli medio/alti in una scala di classificazione.
Unica pecca tecnica e melodica è probabilmente la lieve incertezza negli assoli di chitarra che non stupiscono e non aggiungono nulla al contesto generale.
La parti cantate sono gestite magistralmente grazie a un timbro davvero molto particolare e azzeccato che non perde mai potenza e non commette errori nemmeno nelle escursioni vocali più violente ed improvvise.
E’ davvero di ottimo livello anche la scelta del sound che si presenta aggressivo quanto basta per catturare l’attenzione dell’ascoltatore senza risultare invadente e adatto alla grande differenza di sfaccettature presenti nell’intero disco.
La conseguenza logica è la messa in atto di armonie e scelte dinamiche che danno a ogni brano una ventata di freschezza, il che non è così scontato considerando le notevoli emulazioni di band famose a discapito di un suono personale e caratteristico.
La menzione d’onore va alla traccia numero due del disco, questo perché Stench Of Fear è il perfetto connubio di tutte le influenze già citate sopra, le quali orchestrano un brano che da solo fa guadagnare la sufficienza a questo album, voto che va ad innalzarsi col valore aggiunto di ben dieci tracce quasi del tutto esenti da errori tranne in alcune trascurabili parti che non inficiano la godibilità del lavoro complessivo.
Risulta davvero difficile abbandonare l’ascolto di questo album dato il senso di trasporto che genera fin da subito, si guadagna dunque un altissimo apprezzamento avvalorato da una capacità espressiva davvero notevole, caratteristica ben riconoscibile durante tutto l’album da parte di tutti i musicisti.
Un lavoro davvero ben curato sotto ogni aspetto che merita apprezzamento e successo senza ombra di dubbio.


Marco "Artic" Spera

VOTO 9/10

TrackList :

1.      DreamWithin A Nightmare
2.      Stench Of Fear
3.      ThisIs My Reality
4.      Personal HolyGrail
5.      Shadows On The Wall (Part 1)
6.      Summer’sDying
7.      The Spell
8.      End Of The Road
9.      Redemption Mode
10.  Of Lunacy And Sands (Part 2)


 Line Up :

Daniel Gallar- Vocals
Thomas Hava-
Bass
SamirSarajilic-
Guitar
DejanJorgovanovic- Guitar
Chris Schober–
Drums

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